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17 Hammer, 1358 DR – La grande mattanza

E ancora non mi è chiaro cosa sia questa Corona del Comando, chi la possegga, perché la cerchino. Ad ogni modo pare un artefatto molto potente poiché è stata la merce di scambio e il collante, durante la guerra delle Valli, tra fazioni che altrimenti non avrebbero avuto ragione di spalleggiarsi. – Chainer Darkbringer, Hammer, 1358 DR

La discesa nel crepaccio individuato da Halfgrimur fu messo in sicurezza da Ebeadat, un corpulento barbaro di età indefinita dalla folta barba nera. Lui ed Imong facevano la rotta, celati alla vista da una cappa elfica e da un gingillo magico. Io e Lapo rimanevamo dietro, ultimi nella cordata che comprendeva anche un nano bipolare che si ostinava a parlare al proprio martello da guerra. Convenni con Lapo che la situazione c’era proprio sfuggita di mano.

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17 Hammer, 1358 DR – Ghiaccio bollente

Di Halfgrimur non avevo notizie da tempo, indaffarato com’era nei tentativi di pacificazione della sua terra, ma avevo comunque informato Ebeadat e Dirnal delle mie intenzioni di partire per la zona dei monti Galena, a causa della mia insaziabile voglia di trovare ed esplorare rovine dimenticate, alla ricerca di reliquie da rimettere al loro posto….

Questa volta erano state le conversazioni con Kappiyan Flurmastyr, il mio amico stregone di Waterdeep, a mettermi in moto….vociferava di una corona dimenticata da tempo, dai poteri sovrannaturali, in grado di donare straordinarie capacità al possessore.

Ma come spesso accade, la ricerca di informazioni porta ad imbattersi in pezzi di altre trame, e quindi mi trovai a scoprire una connessione ancora da decifrare tra questo oggetto e i popoli giganti che, guarda caso, si diceva avessero una dimora proprio dalle parti dei già citati monti.

Messa la piccozza nello zaino cercai di partire quanto prima…non tedierò neanche me stesso con particolari di un viaggio tanto lungo quanto scomodo ma dirò soltanto che, una volta congedati i miei sherpa (2 m.o. cadauno al giorno…..) cominciai ad avventurarmi in zone dove le mie mappe erano di poco aiuto e ben presto mi trovai a dover prima di tutto trovare riparo e conforto per passare la notte. Continua a leggere 17 Hammer, 1358 DR – Ghiaccio bollente

15 Hammer, 1358 DR – Una maschera nella neve

Un lampo di luce squarciò le nubi che oscuravano il versante meridionale della montagna. L’incantesimo fece vibrare violentemente il ripiano sgretolando un accumulo di neve. Chainer e Lapo, riversi al suolo, sollevarono il capo guardandosi spaesati. Al principio fu il tatto a risvegliarli, un freddo pungente penetrava loro le carni come tanti piccoli aghi incandescenti; quindi fu la vista e l’udito a innescare la loro reazione: una scarpata si apriva a pochi metri di distanza e il vento era un rombo assordante. Si alzarono puntando i piedi per non scivolare in avanti, le gambe intorpidite produssero solo pochi passi prima che i due fossero strattonati per le vesti dall’elfo e dallo gnoll, che avevano trovato parziale riparo sotto un tetto di roccia. Continua a leggere 15 Hammer, 1358 DR – Una maschera nella neve

15 Hammer, 1358 DR – Più grossi sono, più fanno rumore quando cadono

Master: “Ti avvicini alla porta e provi a scassinare la serratura.” Giocatore: “Ok. Tiro il d20 per la prova.”

(il giocatore tira il dado) UNO.

Giocatore: “Sì ma in tutto faccio 23”.

(Lord Ruenor da Harrowdale)

 

I patti stipulati con Alarshan erano chiari. Tuttavia, noi andammo ben oltre le aspettative.

Credo che i nostri nomi – e in particolare quello di Lord Ruenor – non saranno mai dimenticati in queste lande o, al contrario, per sempre censurati a causa della troppa vergogna.

La missione infatti si trasformò in una vera e propria carneficina.

Il primo ad essere ucciso fu Randal Morn, ottuso nel pensare di poter ottenere soltanto vantaggi da una trattativa con interlocutori sicuramente non concilianti.

Poi fu la volta delle sue guardie del corpo, i due fratelloni di pietra.

Il primo, trafitto al cuore da un dardo scagliato da Lord Ruenor; il secondo, testimone involontario del massacro, fuggì dalla stanza quando Lapo Arkon IV von Drakenberg, stanco di tendere il collo verso l’alto, smise di guardarlo negli occhi, liberandolo dal mesmerismo al quale era soggetto.

Per terzi caddero i giganti delle colline e uno dopo l’altro il branco di lupi che li accompagnavano. Continua a leggere 15 Hammer, 1358 DR – Più grossi sono, più fanno rumore quando cadono

15 Hammer, 1358 DR – La diplomazia delle Valli!

Per quale motivo tutti dovevano essere ciucchi a ingrassare insieme a Capo Nosnra mentre io e quello sciocco di Maso eravamo a tenere compagnia all’ometto imbronciato, questo era un mistero che il possente intelletto di Berto non poteva risolvere, ma tant’è.

La serata si fece giusto più interessante quando arrivarono, scortati, quei tre omarelli mascherati, neanche fosse Gigantevale, raccattati nel canile da Maso.

Furono interrogati dall’ometto imbronciato, tale Bastone Morn, o Randello, come si chiamava. Gli chiese qualcosa riguardo al sopravvivere, e a un patto per cui lui voleva un pezzo di carta, e loro avrebbero avuta salva la vita. No, concluse Berto, quel Morn non era certo un tipo intelligente, a valutare la carta più della carne umana frollata, o almeno di un po’ d’oro, ma tant’è. Continua a leggere 15 Hammer, 1358 DR – La diplomazia delle Valli!

15 Hammer, 1358 DR – Passi stretti e rasenti al muro

La cattura di Lapo non ci voleva! Adesso dobbiamo anche perdere del tempo e rischiare la testa per recuperarlo e, se questi giganti si girano male, ci ammazzano come cani. In più non abbiamo un mezzo di fuga decente. Siamo nella merda più fumante. Puzzano meno lo gnoll e il gigante!

Nel frattempo che la cena continuava e noi non eravamo più il loro centro dell’attenzione, ci siamo appartati per decidere che piano attuare per recuperare il nobilotto. La cosa più triste è che manco sapevamo dove trovarlo. Ci incamminammo fuori dalla tenuta per rinfrescarci le idee. Quali non si sapevano ancora… Continua a leggere 15 Hammer, 1358 DR – Passi stretti e rasenti al muro

15 Hammer, 1358 DR – Nessuna speranza, nessuna paura

“Non potevo rimanere in silenzio con una maschera calata sul volto, mentre quel verme si ergeva a principe del foro. Anche se eravamo circondati da due dozzine di giganti, non potevo fare finta di niente: continuare a celare la mia vera identità e ignorare il peso che aveva avuto il tradimento di quel pezzo di merda sui recenti eventi delle Valli non era un’opzione praticabile.

Randal Morn era il primo della lista, se mai ce ne fosse stata una. E doveva morire. O meglio doveva “vivere”. Ma alla maniera del suo illustre nonno, quel pazzo di Colderan. Quindi sarebbe finito a bere “la medicina” o non mi sarei più voltato al sentire pronunciare il mio nome.” –  Halfgrimur della Corte Elfica.

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12 Hammer, 1358 DR – L’invito di Capo Nosnra

Lapo quella mattina non avrebbe mai immaginato che quel giorno avrebbe cambiato completamente la sua vita. A dire il vero, non avrebbe neanche mai immaginato che Eva, con il suo curriculum di tutto rispetto, non riuscisse a non usare i denti per i suoi giochetti, ma lui era un uomo magnanimo, e poteva sopportare certe manchevolezze. Soprattutto davanti a una quarta abbondante.

La grossa baracconata di ieri sera ce l’aveva ancora davanti agli occhi, l’arrivo circense degli ippogrifi con il sacerdote inscatolato in armatura a piastre, l’oscuro forestiero, quell’orribile gnoll con la faccia da cane idrofobo e il maestoso gigante, dal portamento fiero e con tatuaggi misteriosi ed evocativi, con lo sguardo profondo che celava in sé i segreti dell’estremo Nord e l’atteggiamento volitivo*.

Se Zhentil Keep voleva suonare la grancassa per la sua presenza a Scardale, lo aveva fatto a suon di decibel. Continua a leggere 12 Hammer, 1358 DR – L’invito di Capo Nosnra

5 Hammer, 1358 DR – L’inverno è arrivato

La mattina del 1 Hammer 1358 Halfgrimur, come a voler inaugurare l’Anno dell Ombre,  raggiunse ancora una volta quella che, ormai, poteva considerare la sua seconda casa: Shadowdale. Le cicatrici lasciate dalla magia nera lo avevano reso più vecchio di quarant’anni. Un’ inezia che, tuttavia, lo rendeva orgoglioso della sua genia.

Il nome che portava, un nome da umano, era un fardello pesante ora, in quanto, vista la notorietà di cui godeva in paese, non appena sillabava per intero “H-A-L-F-G-R-I-M-U-R” tutti rimanevano perplessi, sforzandosi di collegare le sue orecchie a punta ad un nome così inusuale e poco idoneo ad un nativo di Cormanthor. Continua a leggere 5 Hammer, 1358 DR – L’inverno è arrivato

25 Marphenot, 1356 DR – Il re delle Valli

La situazione, in quelle che sembravano le segrete, era più che lugubre.  Pile di ossa, rosicchiate da topi mossi da un appetito quasi demoniaco, riempivano il salone. Non sapevamo che fine avessero fatto il gigante Trinchetto e il mio “protetto”. Inveivo, pregando Bane che niente gli fosse capitato; la pedina non era sacrificabile e gli Zhent avrebbero attribuito a me la responsabilità della sua scomparsa.  Non avevo desiderio di rimetterci la pelle per un nobile incapace di difendersi.

Ordinai a Mozgul, il mongrelman schiavo di Rendal, di scassinare una serratura lungo il corridoio.  Per sua fortuna (non avrei tollerato un altro fallimento), questa volta il mostro deforme ci mise un attimo ad aprirla.
La stanza a primo impatto parve una prigione, pregna com’era di un odore di morte e chiuso, che mi ricordò  i miei trascorsi nelle segrete di Zhentil Keep, quando con l’Alto Torturatore prelevavamo i prigionieri per trasformarli in non morti dediti all’Oscuro Signore.

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25 Marphenot, 1356 DR – Sulle Colline Pugnale

Se c’era una cosa che Trinchetto non sopportava, erano gli spazi angusti. E sotto la collina, in quel buco del culo di una balena, si stava stretti come tre cazzi nella fregna di Bernadetta la sembiana. Addentrandosi, per un pelo Straccio non finì nelle fauci di una cosa… Fauci, più l’acido di uno stomaco d’orca rovesciato in un buco nel corridoio. Trinchetto lo tirò su, e accompagnò la ciurma in un paio di galere con un paio di persone che avevano conosciuto giorni migliori. Girarono gallone e finirono nella tana di un orso con le labbra indurite dal troppo sole. Per non incorrere nell’ira degli animalisti adoratori di Madre Gaia, Trinchetto preferì ammansirlo con un paio di cadaveri frollati piuttosto che insegnargli le buone maniere a forza di manrovesci. Una grossa cantina piena di ciarpame, un grosso tubo di ferro e della polvere – che non sarebbero affatto dispiaciuti agli Zhentarim – caricati sul carro, e di nuovo su a respirare l’aria fresca delle Valli.

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22 Marphenot, 1356 DR – Sull’antica via per Dagger Falls

Quando uscì dal portone della Casa del Signore Oscuro, l’umidità del mattino si appiccicò come un guanto alla pelle di Chainer Darkbringer. Ad attenderlo sulla strada c’era Snarl, che lo accolse con un ringhio di approvazione; evidentemente l’olfatto dello gnoll poteva percepire i baccanali e la festa di sangue della notte precedente. Il prete lo guardò appena, la schiena gli doleva terribilmente per la flagellazione che aveva preceduto il rito; senza proferir parola, si diressero alla taverna dove si erano accomiatati da Lord Mailun. Sulla strada c’era ben poca vita, dalla nebbia autunnale sbucarono solamente un carro e qualche contadino assonnato.

Celata ancora alla vista, la taverna fu presagita dall’odore di bruciato del fienile messo al rogo durante la nottata. Il muso dello gnoll non trapelava emozioni, ma Chainer percepiva la soddisfazione del mercenario al soldo del tempio. Il cortile antecedente all’Incontro delle Spade pullulava dei soldati del bron che, riconoscendoli, preferirono fingere di non vederli. Giunsero così alla soglia e, aperto il portone, si fecero largo tra i pochi avventori e mentecatti di paese.

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19 Marphenot, 1356 DR – Emissari di Zhentil Keep

“Che diavolo di fine avranno fatto quelle carovane nelle Valli? Bah, comunque sia, come al solito, lo verrò a sapere!”, si chiedeva sicuro di sé Lord Rendal, uscendo dal colloquio con i reggenti di Zhentil Keep. Con l’inquietante Igor a fargli da ombra come al solito, si preparò alla missione. I preti di Bane, neanche a dirlo, ci misero dentro le zampe, inviando il loro emissario, un certo Chainer, con al seguito un paio di sgherri, un gnoll di nome Snarl e il gigante Trinchetto, i soliti scherzi della natura con cui i Baneiani si trastullavano.

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19 Marphenot, 1356 DR – L’arrivo a Voonlar

19 Marphenot, 1356 DR

Cittadina di Voonlar, tra le Valli e il Mare della Luna.

I venti del nord ancora non soffiano in queste lande e il Mare della Luna con le sue brezze mitiga un inverno che tarda ad arrivare. Ciononostante le mie membra reclamerebbero già il tepore di un camino. Gli abitanti di Voonlar ci guardano con soggezione; non fosse che questa gente si abbevera alla fonte di noi Zhent, come gli infanti al capezzolo della madre, forse si organizzerebbero per cacciarci. Percepisco l’odore della paura nel sudore acre che riga la schiena di questi villici, non saprei dire se li terrorizzino maggiormente le nere vesti del sacerdote di Bane o la stazza del gigante che ci accompagna. È comunque gente rivoltante, puzzano quasi più dello gnoll che ci portiamo appresso, che giudico affetto da bromidrosi.

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