Archivi categoria: A – Il ritorno del Dragone

Zeke torna ad Arabel per riunirsi al suo plotone, ma le sue fatiche non sono che cominciate.

5 Flamerule, 1356 DR – Zachary Bumblerose, ufficiale!

Il giorno 13 Kythorn ero nuovamente a Tilverton, dove l’Alto Prete Gharri di Gond, protettore degli artigiani, carpentieri e fabbri, cercava all’interno del consiglio provvisorio di mantenere l’indipendenza della città. Lady Rowanmantle, saggiamente glielo consentiva. Questo calmava gli animi degli abitanti. Ma Tilverton era ormai occupata militarmente e molti quadri del Cormyr si erano già insediati nelle sue istituzioni. Si sarebbero presto rassegnati all’annessione, perché Hokka non lo avrebbe fatto e tantomeno lo avrebbe fatto re Azoun IV.
In una cerimonia solenne, in cui si fece il saluto delle armi ai caduti, la mia squadra ricevette una menzione d’onore, io divenni ufficiale con il grado di luogotenente e come ricompensa per aver ucciso l’Araldo, mi vennero consegnati i suoi guanti, vera fonte della sua forza.
Nello stesso momento, cessai di fare parte della guardia personale di Thomdor. Il Barone mi congedò affermando che ci saremmo rivisti se e quando la mia disciplina avrebbe uguagliato la mia fortuna. 

12 Kythorn, 1356 DR – Il potere dell’orco

Thomdor decise di inseguire l’esercito venuto dalle Marche dei Goblin. Ritenendo che né l’Araldo, né Hokka, se si fosse trovato da quelle parti, avrebbero tentato nuovamente uno scontro frontale. Decise però di far loro credere che era quello che lui cercava, così dispose i carri da guerra in avanti, agghindandoli in modo che dessero l’impressione di essere pieni di uomini. Il che era giustificato dalla perdita della cavalleria. Parallelamente mise le sue guardie personali, alla guida di piccoli drappelli di esploratori e soldati, al fine di stanare il nemico che si era certamente disperso e, per darsi maggiore agilità, probabilmente non ancora ricomposto.
A me venne affidato un drappello di 10 uomini. I due perlustratori ci precedevano e noi avanzavamo al via libera. Dopo due giorni di caccia, riuscimmo a stanare un piccolo gruppo di nemici accampato nei pressi di una piccola pozza. Erano cavalca lupi. I perlustratori erano molto prudenti, se ci fossimo avvicinati troppo, i lupi ci avrebbero senz’altro fiutati. Dovemmo restare due giorni in attesa, perché arrivasse un vento favorevole che ci avrebbe consentito di piombare su di loro con il favore della sorpresa. Per nostra fortuna non davano l’intenzione di volersi muovere, ma qualcosa mi trasmetteva un senso di inquietudine. I perlustratori mi dicevano che dovevano avere dei feriti, perché di tanto in tanto entravano e uscivano da una tenda più grande delle altre, dove portavano acqua e viveri, da cui però non avevano mai visto uscire nessuno. Non sapevo che fare, non ce li vedevo proprio i goblin nella veste di infermiere compiacenti. 

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7 Kythorn, 1356 DR – La battaglia di passo Tilver: il regalo di Ethelbert

Quando finalmente l’Araldo diede l’ordine, gli orchi ripiegarono e noi ci lanciammo all’inseguimento. La ritirata costò ai goblinoidi almeno altri 500 cadaveri. Due giganti erano caduti, ma l’Araldo e il grosso dei cavalca lupi riuscirono a mettersi in salvo. Fortemente ridimensionato l’esercito di Hokka non era tuttavia stato annientato. La fuga sarebbe dovuta essere molto più rovinosa, ma gli orchi, al segnale del loro comandante si sparpagliarono immediatamente in decine di direzioni diverse, impedendo il massacro.

7 Kythorn, 1356 DR – La battaglia di passo Tilver: guerramaghi!

Presto il resto dei fanti goblinoidi si sarebbero riversati su di noi e il nostro esercito, ancora incolonnato, era impreparato a riceverli. Thomdor diede ordine di far avanzare due carri degli approvvigionamenti. Fece dare fuoco con l’olio delle lanterne e ordinò che fossero spinti sul passo, protetti da un fuoco di copertura. Gli orchi, che si erano spinti sul passo, arretrarono e scomparvero oltre i macigni. Il Barone diede, poi, ordine a tutta la sua guardia di cavalleria pesante di montare in sella e tenersi pronti. Montai a cavallo, senza accorgermene avevo tenuto in mano la spada di Ethelbert, che ora mi avrebbe accompagnato per tutta la battaglia. In quel momento, udimmo il corno della cavalleria leggera risuonare oltre il passo, qualcuno era ancora vivo, ma il suono che udimmo non era quello energico e vittorioso udito poco prima e assomigliava più a un rantolo disperato.

7 Kythorn, 1356 DR – La battaglia di passo Tilver: cinque uomini per un esercito

Quando giungemmo al passo, pronti a lanciarci alla carica, trovammo il passaggio ingombro di macigni. Non si scorgevano né balestrieri né soldati a guardia del passo. Cosa stava succedendo? Thomdor rinunciando agli esploratori si era privato di occhi e orecchi. Qual era il piano che aveva in mente?
Come non bastassero i miei brutti presentimenti, vedemmo sbucare da dietro i macigni cinque enormi ogre corazzati, la testa di ponte dell’esercito di Hokka. Ogni carica era impensabile e ci trovammo costretti a smontare. Un manipolo di soli cinque uomini avanzarono per affrontare gli ogre sul passo. Thomdor in persona, Ethelbert, il capitano Dutharr, Baldwin Quatremain e io. Migliaia di uomini da una parte e migliaia di orchi dall’altra e l’incontro di questi contingenti dipendeva dallo scontro di appena dieci guerrieri.

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7 Kythorn, 1356 DR – La battaglia di passo Tilver: l’Araldo di Hokka

I dragoni si stavano posizionando in una formazione a cuneo, nella speranza di aprire un varco nelle file dei soldati nemici e disimpegnarsi in qualche modo, quando, preceduti da ruggiti tremendi, i temibili cavalca-lupi sbucarono fuori con grandi balzi attaccando rabbiosamente.

L’assalto era guidato dall’Araldo di Hokka in persona. La sua statura era imponente e la sua pelle color antracite accresceva il timore che incuteva. La cavalleria si mise sulla difensiva, ma l’esercito avanzava ancora schiacciandola contro le pareti rocciose, limitando ad uno spazio angusto le sue possibilità di movimento. I lupi sono molto più potenti dei cavalli e la loro agilità nel combattere in spazi ridotti rendeva schiacciante la loro superiorità. 

7 Kythorn, 1356 DR – La battaglia di passo Tilver: il sacrificio della cavalleria leggera

L’indomani squillarono le trombe della marcia forzata. In un tempo estremamente ridotto, frutto di accurate esercitazioni, ci disponemmo e mettemmo in movimento. La logistica organizzata da Alasalynn Rowanmantle fu impeccabile: nei due giorni successivi, trovammo accantonamenti e viveri per accogliere l’esercito. Le visite degli esploratori si facevano più frenetiche e a un certo punto cominciarono ad arrivare i feriti. Thomdor ridusse il numero delle squadre dei esploratori, ingrossandone conseguentemente la dimensione e rafforzandola ulteriormente con le truppe ausiliarie di arcieri e fanti leggeri. La fase di perlustrazione era terminata: cominciava il dispiegamento di forze per la battaglia. Quella stessa notte tutta la cavalleria leggera partì come avanguardia al gran galoppo. Mancava circa un giorno di marcia a passo Tilver e l’esercito di Hokka, probabilmente più leggero, era più vicino di quanto lo era il nostro. La cavalleria leggera doveva arrivare al passo prima del nemico e tenerne occupato l’intero contingente fino all’arrivo del resto dell’esercito. 

5 Kythorn, 1356 DR – Il campo di Tilverton

Nel primo pomeriggio nuvoloso del 5 Kythorn, Tilverton ci accolse con squilli di tromba e rulli di tamburo. La popolazione era presente, tuttavia si leggeva una certa diffidenza nei loro sguardi. Erano preoccupati per l’avvicinarsi dell’esercito di Hokka e per le notizie che giungevano dalle Valli confinanti e sapevano che le guarnigioni del Cormyr erano di gran lunga preferibili al saccheggio e alla devastazione che sarebbe loro toccato in sorte, ma erano abituati ad essere cittadini liberi di una città libera e sapevano che la protezione del Cormyr non viene mai concessa gratuitamente. Sarebbe passato del tempo, anche a guerra finita, prima della riconsegna della città ai suoi abitanti. Li capivo, avevo passato qualche tempo nelle Valli e ne ero stato irrimediabilmente influenzato. In quel momento, serrato nelle file del mio ordine, ne avvertivo la potenza e, al tempo, avvertivo le insidie che si nascondevano nelle certezze troppo rigide dei miei compagni, destinate a infrangersi contro una forza subdola che non sapevano ancora decifrare. La campagna che avevamo di fronte sarebbe stata dura, avrebbe richiesto fermezza, pazienza, un alto tributo di vite umane e fors’anche l’umiltà di saper perdere battaglie se volevamo vincere la guerra. Thomdor sapeva tutto questo e il rafforzamento del contingente dei perlustratori ne erano un chiaro segno.

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2 Kythorn, 1356 DR – L’esercito si mette in marcia

Il 2 Kythorn, il Barone Thomdor era pronto per dare il via alla campagna militare che avrebbe fatto desistere gli eserciti delle Marche dei Goblin guidati da Hokka-katta il potente, dall’avvicinarsi ai confini del Cormyr o anche solo pensare di impensierire le città e i territori suoi alleati.
Quando il rullare dei tamburini cominciò a riecheggiare dall’interno del cortile del palazzo dell’Ordine dei Dragoni, una forte folata di vento fresco attraversò la città stendendo le bandiere e strappando un grido di meraviglia alla folla già nutrita che si era assiepata ai alti delle strade per salutare l’esercito in partenza. Ai tamburini seguirono gli sbandieratori che arrotolavano i drappi attorno alle aste che poi proiettavano nel cielo terso di quella mattina d’estate. Dopo che gli sbandieratori ebbero finito il loro numero, le trombe che annunciarono l’arrivo dei soldati. Il Barone Thomdor aprì il corteo, seguito dai 200 cavalieri corazzati che costituivano la sua guardia personale, di cui facevo parte e da 500 cavalieri leggeri.
La folla era festante: la vita dei cittadini di Arabel era fortemente connessa con la permanenza dell’esercito e in tutte le famiglie qualcuno dei figli maschi aveva intrapreso la carriera militare, inoltre il Cormyr era pacificato e da tempo non accadeva nulla che potesse impensierire le sue difese. Non erano certo le voci che circolavano sull’avanzata di creature dal nord che avrebbero disturbato le vite tranquille e solide dei cormyreani. Era ormai di dominio pubblico la notizia che Daggerdale era caduta e che altre Valli avrebbero presto subito la stessa sorte, ma era noto che i valligiani erano gente debole e litigiosa e quando Scardale si era alleata con Zhentil Keep, questo almeno era quanto si diceva, dovevano aspettarsi conseguenze di questo tipo.

1 Kythorn, 1356 DR- Un privilegio poco ambito

La mattina del primo giorno di Kythorn, nella cappella del palazzo dell’Ordine dei Dragoni Purpurei venni insignito del titolo di guardia personale del Barone Thomdor, il corpo più esclusivo e meno ambito di tutto il Cormyr.
Il rito si svolse in maniera sobria e spiccia, secondo le indicazioni del Barone, al quale non sfuggiva nulla, ma cui poco si addicevano le formalità.
Giurai fedeltà e abnegazione completa al Barone in sella al mio destriero, davanti a Dutharr, che era l’officiante e non smetteva di ostentare il suo bel coltello, Ethelbert, un veterano della guardia personale e due scudieri che passarono tutto il tempo a corazzare il mio cavallo e mondarsi il naso in modo piuttosto distratto. Il Barone comparve sbuffando poco prima del mio giuramento di fedeltà e se ne andò subito dopo.
Il momento più caloroso di tutta la procedura fu quando Ethelbert diede un buffetto al cavallo, prima di andarsene dietro a Dutharr. Finite le loro pratiche, anche gli scudieri si mossero, presero il cavallo e se ne andarono, lasciandomi solo.

30 Mirtul, 1356 DR – Una settimana di congedo

Alla fine non mi dispiaceva di come si erano messe le cose. Avevo sette giorni da trascorrere nella bella Arabel con la certezza che ne sarei ripartito. Mi aspettavano giornate liete ed ero certo che l’esperienza maturata nelle Valli avrebbe avuto il suo effetto sulle giovani fanciulle della città. Per prima cosa decisi di andare a casa, per dare un saluto al vecchio Benvenuto Bumblerose, mio padre, dopodiché sarei corso ad abbracciare la mia amata sorella Christanee, che tutti chiamavano Tanee.
Mio padre era un orefice, avrebbe potuto essere un maestro, se solo non fosse stato anche un uomo totalmente privo di ambizione. Non si era mai mosso dal Cormyr. Persino Arabel era una città dai confini vaghi, per lui che viveva nella sua bottega, nella strada che conduceva al mercato, in quella che conduceva a palazzo e in quella che conduceva alla piazza principale, nella quale, senza dare a vederlo, si faceva un bel po’ i fatti degli altri. L’unico vezzo che gli conoscevo era abbreviare i nomi di luoghi e persone. lui viveva nella vecchia Ar, sua figlia maggiore si chiamava Tanee e suo figlio minore, io, Zeke.

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25 Mirtul, 1356 DR – Le premure del capitano Dutharr

A mattina inoltrata del 25 Mirtul, rividi le amate torri di Arabel, la mia città natale. Le trombe squillarono per annunciare il mio arrivo, ma soprattutto l’arrivo di Morn. Nella piazza principale in testa al comitato d’accoglienza c’era Myrmeen Lhal, la Lord di Arabel, affiancata dal Barone Thomdor, armato di tutto punto, come fosse appena tornato da una campagna militare o fosse in procinto di intraprenderne una. Poco dietro a loro, c’erano Mourngrym Amcathra, signore di Shadowdale, e il capitano Dutharr, che mi piantò gli occhi addosso con un’espressione furiosa piuttosto eloquente. Notai l’assenza di Lady Rowanmantle e seppi solo più tardi che aveva fatto in modo di trovarsi affaccendata nell’inviare e ricevere urgenti dispacci alla cugina presso Tilverton, per ragioni che avrei imparato anche troppo presto. Venimmo accolti in modo piuttosto formale, Lord Lahl e il Barone Thomdor a stento mi considerarono, rivolgendomi solo una frettolosa approvazione per aver salvaguardato la vita di Morn, ma era evidente che lo fecero più per compiacere lui, che per attenzione nei miei confronti. 

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22 Mirtul, 1356 DR – Da Tilverton ad Arabel

La mattina del 22 Mirtul, imboccammo il sentiero del Mare della Luna, dopodiché ci aspettava il Passo dello Gnoll, da cui avremmo preso il Sentiero della Montagna, seguendo il quale saremmo finalmente giunti ad Arabel. Morn si rivelò essere un compagno di viaggio piacevole. Nonostante si sentisse che era da sempre abituato a comandare, i recenti avvenimenti lo avevano reso più prudente e il periodo passato alla macchia, in contatto con i suoi uomini, aveva sfumato di schiettezza il suo tono altrimenti affettato e sfrontato. 

21 Mirtul, 1356 DR – Lady Rowanmantle di Tilverton

Era da poco passato mezzogiorno, quando passammo sotto alla porta della città di Tilverton, dalle cento fontane.
Un’intera guarnigione di Dragoni Purpurei occupava la città, un tempo indipendente. Sul tempio di Gond, il drago purpureo stava a significare che il re aveva deciso di annettere la città. La guerra incombeva ai confini del Cormyr. Il mio sguardo andò a posarsi involontariamente sulle tante fontane che ornavano le piazze di Tilverton. Non riuscivo a scacciare dalla mente il presagio di quella miserabile creatura, cui avevo trafitto la gola a passo Tilver. Doveva il Cormyr temere quelle schiere di mostri? Nuovamente non ebbi il tempo di perdermi in elucubrazioni, una piccola delegazione a cavallo guidata da un qualche funzionario locale che si identificò con il nome di Ambrose, ci invito’ a seguirlo: saremmo stati rifocillati e rimessi in sesto, quindi saremmo stati condotti nella sala del consiglio cittadino. Morn aveva l’aria assente, non restava nulla della furia con la quale aveva assalito la retroguardia di Hokka-katta il potente, e si lascio’ guidare docilmente.

20 Mirtul, 1356 DR – A favore di vento

Il 20 Mirtul eravamo sul passo. Avevamo proseguito con estrema cautela, spesso smontando di sella, non avevamo dormito e lo stress di un’allerta costante ci aveva stremato. Morn non si lamentava, ma il suo viso era tirato. Il passo inoltre faceva onore alla sua fama, buttandoci in faccia raffiche di vento pungente. A un centinaio di metri dalla fine della salita, Morn spronò il cavallo. Che diavolo gli era preso? 
Appena mi riebbi dalla sorpresa, mi lanciai al suo inseguimento, completamente incredulo. Il sibilo di un freccia accanto alla testa, funzionò efficacemente da stimolo. Quella che poi si sarebbe rivelata come una retroguardia rimasta indietro di un esercito di goblinoidi, si era appostata sul passo.