6 Uktar, 1336 DR – L’arazzo di Selgaard

La casa di Imong Ittutof rimaneva nel Quartiere Commerciale di Waterdeep, uno dei sei rioni della Città degli Splendori, come tutti si riferiscono alla più rinomata località della Costa della Spada. La particolarità del quartiere, per chi non lo sapesse, è quella di essere sempre sveglio; di giorno si scambiano le merci più triviali, ma è di notte che, alla luce delle candele e delle lanterne che illuminano fiocamente le strade, si fanno i veri affari, quando anche artefatti dai nomi dimenticati passano dalla mano dei cercatori a quella di ricchissimi committenti. Per Imong, quando non era in viaggio alla ricerca di un nuovo gingillo magico, si trattava dell’habitat naturale. “Waterdeep – usava ripetere lo gnomo – è l’ombelico del mondo!”

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25 Marphenot, 1356 DR – Sulle Colline Pugnale

Se c’era una cosa che Trinchetto non sopportava, erano gli spazi angusti. E sotto la collina, in quel buco del culo di una balena, si stava stretti come tre cazzi nella fregna di Bernadetta la sembiana. Addentrandosi, per un pelo Straccio non finì nelle fauci di una cosa… Fauci, più l’acido di uno stomaco d’orca rovesciato in un buco nel corridoio. Trinchetto lo tirò su, e accompagnò la ciurma in un paio di galere con un paio di persone che avevano conosciuto giorni migliori. Girarono gallone e finirono nella tana di un orso con le labbra indurite dal troppo sole. Per non incorrere nell’ira degli animalisti adoratori di Madre Gaia, Trinchetto preferì ammansirlo con un paio di cadaveri frollati piuttosto che insegnargli le buone maniere a forza di manrovesci. Una grossa cantina piena di ciarpame, un grosso tubo di ferro e della polvere – che non sarebbero affatto dispiaciuti agli Zhentarim – caricati sul carro, e di nuovo su a respirare l’aria fresca delle Valli.

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