14 Kythorn, 1369 DR – L’Ascia dei Signori dei Nani

Furono introdotti nel maestoso salone delle cerimonie, che fungeva da sala delle riunioni del Consiglio delle Pietre Scintillanti. «Si respira l’aria dei grandi eventi» disse Martin emozionato. Erano presenti tutti i leader civici, così come i rappresentanti dei clan e delle famiglie di spicco di Mirabar; c’erano anche ospiti dagli insediamenti elfici di Bosco Segreto, gnomi da Longsaddle e perfino una rappresentanza dalle città di Luskan e Neverwinter. Molti degli abitanti di Mirabar – persino i nani – faticavano a ricordare l’ultima volta che “razziatori” norreni fossero stati invitati a presenziare all’assemblea. Ciò, di per sé, era molto preoccupante.
La Sceptrana salì sul podio e domandò all’assemblea di quietarsi. Lentamente il chiacchiericcio si trasformò in bisbiglio, infine giunse il silenzio.
«Amici, ho convocato questo consiglio straordinario per consentire al Venerabile Dirnal, messo di Clangeddin Barbargento, di presentare i risultati dell’indagine condotta in cooperazione con le Asce di Mirabar, sull’incidente occorso al matrimonio di Runa Morklist e Durrl Filwhyr» fece una pausa, necessaria a catturare l’attenzione di tutti, «La gravità delle informazioni riportatemi ha fatto sì che decidessi di allargare il conclave ai nostri vicini, in segno di buona volontà e cooperazione. Ciò che sentirete non riguarda solo Mirabar, ma anche i popoli confinanti. In questo momento, credo che tutti si debba essere allerta, poiché oltre la Frontiera Selvaggia le nostre vite dipendono gli uni dagli altri. Dirnal, mio buon amico, vuoi riferire all’assemblea, per favore?»

Continua a leggere 14 Kythorn, 1369 DR – L’Ascia dei Signori dei Nani

12 Kythorn, 1369 DR – L’abominio di Diirinka

Tre giorni, rimuginava Dirnal. Era il tempo promesso da Starag, ma l’anziano Morklist non era più una guida autorevole. Il portatore di Whelm temeva che gli esponenti più giovani e focosi avrebbero scavalcato ben prima l’autorità del capoclan. Questo nonostante il proverbiale rispetto per le tradizioni e le gerarchie dei nani. Un’onta come quella che ritenevano di aver subito era il preludio di una guerra intestina, che poteva far tremare le fondamenta di Mirabar. Strano come a volte la storia secolare di città e stati possa essere messa a repentaglio in una manciata di ore. O era prevedibile? In fondo quella situazione si era trascinata fin troppo tempo, presto o tardi sarebbe dovuta deflagrare. Gli avvenimenti che si erano susseguiti negli ultimi giorni erano il risultato dell’incuria e dell’ignavia delle istituzioni, e il primo imputato era il Consiglio delle Pietre Scintillanti.
«Ah, i giovani non hanno pazienza…» sbuffò.
«Senti, senti… da che pulpito…» lo canzonò Imong, che gli cavalcava a fianco.
«Sono veramente preoccupato, questa volta nemmeno gli dei hanno il potere di cavarci fuori da questa situazione. La famiglia è una di quelle cose per  la  quale non puoi esimerti dal combattere.»
Lo gnomo guardò il volto accigliato del compagno: «Runa non può… essere scomparsa nel nulla. Se è arrivata una goblin… al suo posto, significa che qualcosa… è successo nel percorso tra il maniero… dei Morklist e il tempio di Berronar.»
«È lì che ci stiamo recando. Ho inviato una squadra di Asce in mattinata, ma desidero dare un’occhiata di persona.»
«Per questo ti facciamo da scorta, buon amico» disse Halfgrimur, «Ricostruiremo l’accaduto e forniremo la nostra versione al Consiglio. Non ho fiducia quanto te nei due capiclan: dovrebbero essere perseguiti solo per aver sistemato dei cecchini nel tempio.»
«Temo che, per una volta, tu abbia ragione» sospirò Dirnal. Continua a leggere 12 Kythorn, 1369 DR – L’abominio di Diirinka

30 Hammer, 1362 DR – La pergamena dell’Antico Dio Elementale

Al principio il Grande Ao pianificò il mondo: Abeir-Toril. Non potendo modellarlo dal nulla con le sue sole forze, chiese aiuto al fratello, l’Antico Dio Elementale. Questi ordinò i quattro piani Elementali in modo che racchiudessero uno spazio finito, che fu chiamato Piano Materiale. Poiché gli elementi non interferissero col Piano Materiale, egli li separò con una sottile guaina, il piano Etereo.
Aria, Fuoco, Terra e Acqua si mescolarono in giuste quantità, per mano di Ao, nel Piano Materiale. Lì lasciò liberi di camminare i suoi figli, gli dei. A ciascuno di loro assegnò un dominio, secondo le loro attitudini.
La creazione di Ao, però, era così perfetta che suscitò le invidie del Dio Elementale. Il dominio andava condiviso, rivendicò. Ao acconsentì, ma vide che le opere del fratello erano malvagie. L’Antico Dio Elementale indossava un potente artefatto, che amplificava il suo volere. Tramite la corona sobillò cupi pensieri nelle menti degli dei, allora ancora giovani, avvelenando per sempre il loro spirito. Li unì, coercendo il loro volere ad un giuramento di fedeltà.
Allora Ao non poté più rimanere a guardare. Convocò i figli che ancora gli erano fedeli e dichiarò guerra al fratello. Il confronto non fu privo di cocenti sconfitte, ma infine Ao prevalse. Quando la sua lunga lancia trafisse il corpo dell’Antico Dio Elementale, esso si sbriciolò in mille frammenti, che piombarono su Abeir-Toril, causando ogni sorta di calamità. Tali furono i cataclismi che afflissero il creato, da costringere gli dei a ritirarsi sui Piani Esterni.
Col passare delle ere geologiche, Ao riprese il controllo degli elementi, perdonò i figli che l’avevano combattuto, e ripristinò l’equilibrio. Dalle loro nuove dimore, gli dei  parteciparono alla creazione del mondo.
Ciò che rimaneva dell’Antico Dio Elementale, la sua essenza più autentica, fu rinchiusa in una prigione. All’ultimo momento, tuttavia, quando il catenaccio finale stava per essere posto, le chiavi che potevano liberarlo o sigillare il suo sarcofago per l’eternità furono trafugate. Allo stesso modo andò perso il copricapo del Dio, la Corona del Comando.
Di una e delle altre nessun uomo sentì più parlare, fino a che anche del dio stesso non si perdette tradizione e memoria. Continua a leggere 30 Hammer, 1362 DR – La pergamena dell’Antico Dio Elementale

29 Hammer, 1362 DR – Pembreg l’antiquario

Qualsiasi giro avesse fatto, passando di mano in mano, Oolachrithon li aveva assicurati di una cosa: la preziosa pergamena sull’Antico Dio Elementale era finita nel negozio di un rinomato “antiquario” locale, un certo Pembreg.
«Ma di quale antiquario va parlando quel polpo troppo cresciuto?» si lamentò Dirnal, «A Mirabar siamo abituati a chiamare le cose col loro nome. Se possiede merce rubata, si tratta di un ricettatore. Mi sbaglio, caro Malcolm?»
Mmmh, la vecchia barba ha proprio preso in simpatia il ragazzo, pensò Imong.
Malcolm aveva acconsentito ad accompagnarli al negozio in questione, a patto che gli avessero fornito notizie di Zeke, non appena questi si fosse fatto vivo: «Mi rincresce che forma e sostanza non siano esplicitate come desidererebbe, signor Blackshield. Le interesserà sapere che questi concetti non sono distinti a Erelhei Cinlu. Possedere merce rubata è lecito, a patto che il suo precedente possessore non possa rivendicarla. Certi diritti, compreso quello di proprietà, si devono poter difendere –  anche a costo della propria vita -, prima ancora di essere reclamati.» Continua a leggere 29 Hammer, 1362 DR – Pembreg l’antiquario

29 Hammer, 1362 DR – Il canto dei ladri

Imong passò la notte in bianco. Avrebbe dormito come si suol dire con un occhio aperto, ma essendo orbo non gli rimaneva che vegliare con quello buono e ripassare gli eventi più recenti. Rimuginava su tutta quella storia: avevano viaggiato fino a Erelhei Cinlu con l’intento di scoprire che fine avesse fatto la Corona del Comando, ma appena arrivati c’era stata la triste sorpresa di trovare la testa di Alarshan conficcata su di un palo. Il gigante delle nuvole era stato un fine politico in vita. Era stato tradito? Aveva sbagliato la sua collocazione nel sottile gioco di alleanze, che sembrava il filo conduttore delle loro vicende? Se aveva fatto una così misera fine, chi l’aveva incastrato aveva grandi poteri, oltre ad essere altrettanto scaltro. Ma non era solo quello a preoccuparlo. Zeke, Ebeadat e Halfgrimur non si erano presentati al Prataiolo Coronato, nemmeno al rientro dall’incontro con Oolachrithon. Non avevano notizie nemmeno di Derinnil, che nei loro piani era il lasciapassare ad almeno una delle casate dominanti in città. E se Dirnal dormiva placido accanto a lui, tranquillo come non l’aveva mai veduto, scarico per qualche ora dal peso di Whelm, non poteva dire lo stesso per sé. Non si sentiva affatto sicuro in quella locanda.

Continua a leggere 29 Hammer, 1362 DR – Il canto dei ladri

28 Hammer, 1362 DR – Il bazar di Oolachrithon

Immersa in un perenne crepuscolo psichedelico, Erelhei Cinlu non dormiva mai. Superato il momento di stupore per quel crocevia di razze e mostruosità, iniziava per i Cercatori una fase di difficile adattamento. I mesi di viaggio in solitaria non giovavano. Alcuni di loro erano infastiditi dal costante brulichio che caratterizzava le strade e le piazzette; saltuariamente si appartavano in attesa che la claustrofobica sensazione di oppressione si attenuasse. Poi però si mischiavano all’onda di follia che guidava il rumoroso circo della notte. Omicidi e regolamenti di conti, il consumo di sostanze tossiche e l’abuso di magia, avvenivano nel bel mezzo della folla, senza provocare alcun stupore o sgomento. Anzi, spesso il tetro teatro della natura umana era motivo di divertimento per i passanti.

Il ghetto degli eruditi era adiacente a quello degli stranieri. La contiguità era uno dei motivi della sua popolarità, l’altro era dovuto all’unicità delle sue vetrine, dove erano esposti oggetti difficilmente reperibili persino a Waterdeep.

Continua a leggere 28 Hammer, 1362 DR – Il bazar di Oolachrithon

28 Hammer, 1362 DR – Il Prataiolo Coronato

Con un pesante tonfo il corpo del troll colpì il terreno del Prataiolo Coronato, esanime.
La locanda si riempì degli apprezzamenti inneggianti al nano. Jinock il troll era una leggenda a Erelhei Cinlu. Imbattuto da ben trentuno incontri, mangiava ora la polvere affondato da un preciso destro al mento che gli aveva rotto la mandibola. Gli sguardi erano tutti per il mirabariano.
«Proprio un bel modo… di mantenere un basso profilo» si lamentò Imong, reggendosi sconsolato la testa tra le mani.
Il suo commento sembrò scivolare addosso a Fafnir e Iskra che, entusiasti, saltavano e battevano le mani «Fantastico, fantastico!».
Anche Sayarathy si era emozionata a giudicare dal colore acceso che avevano assunto le squame «Yrrrk, fui, fui!»
«Oh, oh, oh, niente male per davvero per un vecchio nano » rise Dirnal rientrando tronfio al tavolo, «Così però esagerate! Mi mettete in imbarazzo…» Continua a leggere 28 Hammer, 1362 DR – Il Prataiolo Coronato

28 Hammer, 1362 DR – Casa Tormtor

«Il tempo passa veloce in tua compagnia.»
Forse quell’apprezzamento era il massimo che Stavros avrebbe mai ottenuto da un elfo scuro. Nudo, sotto le lenzuola di seta, osservava il suo amante rivestirsi «Te ne vai?».
«Lo sai.»
«So cosa?»
«Che Verdaeth non è contenta di sapermi con i N-Tel-Quess (ndr. I non elfi, in elfico)».
Già, la sorella maggiore del suo amante non lo apprezzava, e Beshaba (ndr. la dea della Sfortuna, sorella di Tymora) aveva voluto che fosse proprio lei la matrona della casata. Lo mise a fuoco meglio: Jhaamdath Tormtor aveva un viso da ragazzo perennemente accigliato, ammorbato com’era dai suoi doveri. Portava i capelli sciolti fino alle scapole; possedeva un fisico asciutto e la muscolatura flessuosa dei gatti, cosa che lo faceva apparire più alto della sua statura. Ma era stato lo sguardo di ghiaccio a conquistare Stavros. Come si poteva descrivere un essere come quello, dal portamento nobile e dallo sfrontato disprezzo per la vita? Eppure era proprio la spietatezza, quella capacità di distribuire tranquillamente la morte, che li accomunava. Come in un gioco, quel potere sulle altre creature viventi lo divertiva. Solo il contatto dei loro corpi riusciva a intorpidire l’istinto della caccia, dell’oltraggio e dell’eccesso.
«Togliamola di mezzo, allora.»
Jhaamdath lo squadrò senza espressione. Erano parole sufficienti per condannarlo a morte. Una sentenza immediata e senza appello. Lo stocco era lì, a pochi passi dal drow. Bastava un gesto veloce per trafiggerlo. «Parli troppo» l’elfo si avvicinò alla porta. Fece per aprirla, ma indugiò un attimo «Ah, quel bizzarro straniero che abbiamo conosciuto ieri notte» fu come un lampo, il succo di funghi l’avevano annebbiato a tal punto da rimuovere il ricordo del chiassoso umano incontrato nel ghetto degli artisti, «Dorme al piano di sotto. Puzza e russa come un troglodita. Occupatene tu. Quando torno non voglio più vederlo».

Continua a leggere 28 Hammer, 1362 DR – Casa Tormtor

30 Mirtul, 1359 DR – La ballata del marinaio sfregiato

Il Guercio non era mai riuscito a capire come facesse. Seguiva attento sempre fino a quel punto, dove i battiti sordi della punta sbattuta sul tavolo sberciato, si ripetevano sempre uguali, alla stessa cadenza l’uno dall’altro. Uno avrebbe detto quasi monotoni se non fosse stato per la velocità di esecuzione. Rapidissimi, ma sempre a ritmo regolare, ripetuti prima sei di qua, poi cinque dalla parte opposta, altri cinque tutte le altre volte che scendevano ritmici tra le dita della mano destra. Poi a due a due e a tre a tre, lasciando le dita grassocce intonse. Ma ad un tratto succedeva. Tutte le volte!
Il suo occhio sano perdeva il filo della lama del pugnale mentre la cadenza del battito subiva una ulteriore repentina velocizzazione ed il ritmo risultava d’un tratto distorto, frastagliato, mentre la sua semplice melodia tamburellante vorticava tra le dita in ordine sparso, sfiorandole continuamente, senza mai comunque lambirle. Era come una magia, anzi più una sinfonia che sul finale esplodeva per lasciare tutti a bocca aperta. In quell’istante il filo del coltello spariva alla vista, come dissolto a mezz’aria in quel movimento troppo veloce e apparentemente casuale. Ma il movimento era tutt’altro che casuale e il guercio veniva sempre colto da un attimo di smarrimento, malgrado avesse già assistito a quella prodezza svariate volte. Quando lo sguardo riusciva a tornare a fuoco e recuperare il ritardo sul movimento, ormai era i troppo tardi: il coltello era già fermo, piantato sul tavolo, mentre il ragazzo grassoccio e lentigginoso si alzava, chinando leggermene il capo per ricevere gli applausi e godersi le facce attonite degli astanti. Il vincitore raccoglieva goffamente i proventi della vittoria, un piccolo gruzzoletto ammucchiato a lato, dove aveva piantato il coltello, fissando per solo un secondo l’avversario dalla parte opposta del tavolo che ogni volta abbassava lo sguardo, conscio di non poter ripetere una movenza simile. Continua a leggere 30 Mirtul, 1359 DR – La ballata del marinaio sfregiato

27 Hammer, 1362 DR – Erelhei Cinlu

La strada tagliava in due la valle. Tutt’attorno la campagna era punteggiata di fattorie fortificate, che a stento facevano capolino tra l’intricata vegetazione e i boschi di funghi. Di quando in quando incrociavano gruppi di drow a cavallo delle consuete lucertole giganti o carovane mercantili trainate da mastodontici lumaconi, che schiumavano la strada nello sforzo. I nobili li oltrepassavano, disinteressati allo loro presenza. Dopo le tante schermaglie intraprese contro i gli elfi scuri, era strano trovarseli a fianco senza dovere incrociare le armi. Prendevano atto dei cavalieri e delle loro scorte composte da servitù umanoide, e non sentivano il dovere di reagire se i mercanti colpivano con sottili giunchi le schiene degli schiavi, incatenati alla poderosa locomotiva invertebrata.
«Un nuovo carico di poveretti che sarà venduto al miglior offerente, e noi ce ne stiamo qui con le mani in mano. Quand’è che siamo cambiati?» chiese il cavaliere.
«Cambiati? No di certo, mio buon amico» disse il nano accigliato, «Attendo tempi migliori per fargliele pagare tutte in un colpo solo.»
«Non lo so. Alcuni di noi iniziano a trovare un senso nell’ordine delle cose, che hanno conosciuto da quando siamo in viaggio nel Sottosuolo.»
«Di che vai cianciando?»
«E dire che con l’età certe cose si dovrebbero vedere anche meglio, dormi a occhi aperti! Parlo di Halfgrimur e Dazaen, è come avessero trovato qui insospettabili radici.» Continua a leggere 27 Hammer, 1362 DR – Erelhei Cinlu

27 Hammer, 1362 DR – La Torre Nera

Dalle facciate di pietra, le cupe finestre della Torre Nera guardavano ai quattro punti cardinali. In essa si apriva un unico cancello, e sul suo parapetto le sentinelle montavano la guardia ininterrottamente. Ogni feritoia era piena di occhi sempre desti, sicché nessuno potesse deviare in direzione di Erelhei Cinlu senza subire il morso della fortezza. Persino da lontano, e nella luce tenue, era possibile scorgere il movimento di nere guardie sulla muraglia e delle sentinelle vestite con cotte di maglia scintillanti innanzi al cancello. All’improvviso si udirono squillare sfrontate trombe. Suonavano dalla sommità della torre, come un vaticinio di morte per qualsiasi trasgressore. Lontane risposte giungevano dagli avamposti più prossimi e, ancora più remote, distanti e acute, le note che dalle mura della città dei drow fendevano la valle, consegnandoli ad una sensazione di perenne vigilanza dei confini del reame.
I Cercatori si appropinquarono al cancello. Oltre esso un pesante portone rimaneva aperto. Era però impossibile vedere cosa li attendesse oltre, poiché una nebbia cangiante velava l’accesso.
Entrarono in qualità di schiavi e servitori di un nobile elfo di Cormanthor. Halfgrimur, in testa alla fila, sfoggiava orgogliosamente la sua altezza. Al fianco destro camminava il suo araldo, l’algido Dazaen. Veniva quindi Derinnil, seguita a un passo dal truce Stirge e da Imong, che al solito annotava gli appunti mentali necessari a scrivere nuovi capitoli del suo libro. C’erano quindi Fafnir e Klaus. Chiudevano Iskra, Sayarathy, Dirnal ed Ebeadat.
La guardia drow posizionata sulla sommità della torre li osservò oltrepassare l’arco e il cancello. Seguì i movimenti della compagnia finché possibile, prima che fossero inghiottiti dall’oscurità.

Continua a leggere 27 Hammer, 1362 DR – La Torre Nera

27 Hammer, 1362 DR – Il peso delle certezze

«Eccoci, infine» disse Dazaen.
Halfgrimur lo guardò stupito: Dazaen sorrideva! Non sarebbe stata una notizia trovare una tale espressione sul volto di un bambino, ad una sagra tipica delle Valli. Lo era in quel frangente, nelle profondità del Sottosuolo.
«Che ci trovi di così divertente?»
«Sembra che dimentichi la mia capacità di vedere ciò che sarà. Io vivo nell’attesa costante che il divenire si concretizzi. Ciò che di più simile potete vivere voi sono i sogni o le ambizioni» il suo sguardo si perdeva nell’orizzonte, «Speri di giungere alla fine di questa storia per compiere la tua vendetta, non è vero?»
«Ormai non desidero altro.»
«Ecco, per te quello che è speranza, per me sono certezze. Certezze che svaniscono e si ricompongono, mentre constato come nel presente il gesto più stupido e insignificante possa cancellare un regno intero dalla storia del mondo. Certi giorni, scrutando ciò che sarebbe stato mentre camminavamo sul ciglio del baratro, vedevo la morte di uno o dell’altro… a volte la fine di tutti i Cercatori. Non è facile non avere sogni ma solo certezze, Halfgrimur. Tutti, per lo meno i mortali, sanno che presto o tardi giungerà la fine. Diverso è sapere come e quando.»
«Ma tu conosci quello che sarà, puoi evitare che il peggio accada.»

Continua a leggere 27 Hammer, 1362 DR – Il peso delle certezze

22 Marzo 2023 – 10 Anni di Forgotten Realms 41100 MO

«Ah, come passa il tempo…» Dirnal era particolarmente nostalgico quel giorno. Il tiepido scoppiettare dei ceppi nel camino mitigavano il colpo di coda dell’inverno che investiva Mirabar e il Palazzo delle Udienze. L’anziano nano si avvicinò alla vetrata e osservò il panorama. La vista del Dorso del Mondo, l’immensa catena montuosa che per convenzione sanciva il confine ultimo della civilizzazione, era uno spettacolo che lasciava senza fiato ogni visitatore. «Sarebbe tempo di tornare in viaggio…» borbottò.
E come, Portatore? Le gambe non ti dolgono, oggi? Vuoi forse rinunciare alla tua passeggiatina sulle mura in compagnia del giovane Etihw, che ormai ti è caro come un figlio?
Dirnal sbuffò, Whelm non aveva tutti i torti, aveva un’età, le gambe erano ogni giorno più pesanti ed Etihw era ormai pronto a raccogliere la sua eredità.
Anche tu lo pensi, dunque?
«Ho pensato “ormai”, non “è pronto”, stupido schiaccianoci!» ruggì Dirnal, «Fosse per me ti lascerei subito in mano al ragazzo, ma non desidero condannarlo alla tua scomoda presenza. Sempre a origliare e ascoltare! Non merita anche lui questa condanna. E poi non ha sufficiente controllo, è ancora troppo incauto.»
Perché, forse tu sei mai stato cauto?
Dirnal sbuffò di nuovo, stupido schiaccianoci…

Continua a leggere 22 Marzo 2023 – 10 Anni di Forgotten Realms 41100 MO

17 Hammer, 1362 DR – Il mestiere del tombarolo

Il giorno in cui le tenebre della notte non appariranno più spaventose, quello sarà il giorno in cui il Signore delle Ossa – Myrkul – si presenterà al nostro cospetto. Allungherà la mano scheletrica e accarezzerà ciò che rimane delle spoglie mortali. Quindi ordinerà ai suoi servitori di sollevarle e indicherà la via per l’Ade. E le eterne ombre sembreranno un comodo guanciale, rispetto alla sofferenza mortale. I ricordi, quelli tuttavia sbiadiranno lentamente. Talvolta occorre il tempo di dieci vite a cancellare il volto dei genitori, degli amanti. Per i figli il processo è ancora più lento. Il ricordo rende ossessioni le creature che sono ancora in vita e così la disperazione può assalire le anime troppo legate agli affetti terreni. Sono quelle le anime più soggette alla Trama, disposte a tutto pur di tornare indietro. Risalgono fino al Piano Negativo, sfuggendo ai Guardiani. Da lì osservano i vivi con invidia. Incapaci di passare la barriera che divide la Vita dalla Morte, attendono la chiamata di qualche negromante illudendosi che un corpo disfatto rappresenti una seconda possibilità, col quale riparare agli errori commessi durante l’esistenza. Finiscono allora in catene ancora più penose, vincolati al giogo della volontà altrui. Così la disperazione ci rende schiavi.” – Maestro Kloi di Tyr.

Zeke pasteggiava tranquillamente vicino al focolare, l’elfa scura a pochi passi legata alla catena. Era una tipica scena di guerra: il conquistatore e il suo bottino. Stretto nel mantello di ossa, la posa del capitano dei dragoni bianchi aveva ben poco a che vedere con la marzialità di un addestramento militare: la barba lunga alla maniera dei barbari del Nord, la capigliatura disordinata e lo sguardo perso nel vuoto davano l’idea di una pacata trasandatezza. A ben vedere, assomigliava a un maturo mastino compiaciuto del proprio osso. Continua a leggere 17 Hammer, 1362 DR – Il mestiere del tombarolo

14 Hammer, 1362 DR – Grigliata fuori stagione

«Davvero sto bene, Imong? Non vorrei offendere il magnanimo Va-Guulgh e la sua ospitale gente» chiese Dirnal, osservando il piumaggio con le quali gli indaffarati kuo-toa gli stavano adornando elmo e armatura «Sono commosso e onorato di poter officiare assieme ai suoi sacerdoti la festa della dea. Noi nani, ammetto, non siamo così ospitali. Siamo partiti prevenuti, c’è molto da imparare da questa gente.»
«Non ti… preoccupare, stai benissimo. Non pensavo il fucsia ti donasse… tanto» Imong si era rifiutato di spiegare il vero ruolo che gli uomini pesce avevano riservato al suo amico. Conoscendo l’orgoglio del nano, era molto meglio proseguire con quella farsa. Se gli avesse rivelato che l’avevano truccato come un pagliaccio, e coperto di boa di piume di qualche variopinto fagiano sotterraneo, poiché toccava a lui divertire la platea, sarebbe sicuramente montato su tutte le furie. Quindi optò per l’inganno anche quando l’amico fu aggregato al corpo di ballo kuo-toa, se così poteva essere definito quell’accozzaglia di balenottere hippie «Ecco le sacre… sacerdotesse di Blibdoolpoolp!». Dazaen era incredulo alla definizione appena partorita dal tombarolo.

Continua a leggere 14 Hammer, 1362 DR – Grigliata fuori stagione

Nonostante, nella vita reale, i protagonisti di questo blog abbiano un'occupazione, abitudini sane ed interessi culturali, essi amano indossare una maschera e, periodicamente, oltre la porta della fantasia, cimentarsi con intrighi politici, tesori nascosti, tombe di famigerati stregoni e quanto di più bizzarro vi possa venire a mente. Qui si narrano le vicende delle loro Compagnie.