Le sabbie del grande deserto di Anauroch erano l’ultimo degli inospitali paesaggi che avrebbero voluto visitare. A volte, tuttavia, il destino ha gli occhi blu di una giovane ragazza con a rimorchio un bastimento di guai tale da oscurare i triboli che il filatterio, contenente lo spirito del drago Pelendralaar, gli aveva procurato da quando avevano lasciato Myth Drannor.
Le loro strade si erano incrociate, per fatalità, nei pressi delle rovine di Yulash. Si sa però che Tymora non fa nulla per caso (o tutto forse!). Alusair, così si chiamava la giovane, era poco più di un adolescente, il volto fine nascosto dietro una matassa di capelli colore del grano. Era comparsa di notte irrompendo nel loro campo, mentre cercavano di riposare, portando lo scompiglio di un ciclone. Per primo aveva calpestato il nano, troppo ingombrante per non essere coinvolto nell’incidente, quindi era inciampata su Imong, invisibile pure nel suo giaciglio. Dirnal non aveva ancora avuto il tempo di sacramentare il suo disappunto che una dozzina d’orchetti, con tanto di lupi, l’avevano seguita acuendo il malumore dei Cercatori. Il nano, che di per sé non era un grande anfitrione, odiava gli ospiti inattesi e non era il tipo da mandarla a dire. Aveva così fatto roteare il suo martello con l’effetto di far saltare immediatamente l’opzione diplomatica. Halfgrimur era accorso al suo fianco saettando frecce come un serpente velenoso, Imong invece si era attardato nelle sue faccende, o almeno così avrebbe voluto giustificare il suo mancato tempismo. Non fu comunque un problema sfoltire gli invitati e riportare i presenti ad un numero accettabile di coperti per uno spuntino fuori orario, necessario per favorire la ripresa del sonno.
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